In questo primo pezzo parliamo della combo bici-foto affrontando il tema delle “bici fotogeniche”. Però non siamo alla ricerca delle bici che vengono meglio nei selfie. La domanda è semplice: se ci sono macchine foto più o meno adatte a scattare in bici, perché non dovrebbero esistere bici più o meno fotogeniche, cioè che ci aiutano o ci penalizzano per fotografare mentre si pedala?
Quali sono le caratteristiche di una macchina foto a cui fare attenzione quando vogliamo scattare in bici? Ne parleremo nella seconda parte!
Intanto, se vuoi approfondire, ecco qui di seguito:
- una recensione molto soggettiva della Om1 mark II
- ergonomia della macchina foto: l’importanza della customizzazione

Argomento apparentemente fantascientifico, ma in realtà banale (e un pochino nerd). La gamma di attrezzatura fotografica è amplissima, ce n’è per ogni esigenza e tutte le tasche: resistenti alle intemperie, piccole, grandi o compatte, con obiettivi intercambiabili o no, e ovviamente di decine di marchi, ognuno con la sua storia e il suo carattere. Allo stesso modo le bici – quante sfumature ci sono tra le classiche bici da strada e le MTB, a loro volta divise in infinite categorie? E siamo d’accordo che è più facile da guidare una bici da viaggio, comoda e rilassata, rispetto a una bici da pista?
Abbiamo già parlato dell’ergonomia della macchina foto relativamente al ciclismo; il succo era che conviene sceglierla con cura e poi personalizzarla in funzione di come scattiamo. Ora invertiamo la prospettiva, e ci concentriamo sulla bici. Anche qui, l’ergonomia è fondamentale.
Quindi facciamo il punto partendo da due piccole premesse. Primo, esistono bici più adatte e meno adatte a fotografare in viaggio. Secondo, ritengo che la bici che ho (Bombtrack Beyond 1) e la categoria monstercross in generale siano una soluzione estremamente azzeccata.
Una definizione di monstercross la prendiamo dalla fonte più autorevole, bikepacking.com:
“Le mountain bike con manubrio drop sono una delle scelte più popolari, apprezzate dai partecipanti al Tour Divide, dagli avventurieri del fine settimana e da coloro che vogliono una sola bici per tutto—soprattutto le 29er con manubrio drop. In breve, i ciclisti trovano queste bici sia comode che efficienti”.
Bp.com

Le caratteristiche includono una misura minima di copertoni 2.1”, molti occhielli per borse e borsette, e una progettazione e una scelta dei componenti votata all’offroad e alla robustezza. Insomma, siamo nel vago mondo gravel, ma non parliamo delle gravel filanti con copertoncini da 35mm. Siamo più nell’ambito dei trattori con un generoso rapporto 28-40 e un bel manubrione da 46cm, per capirci.
Un classico esempio delle situazioni in cui ci cacciamo è questo – grazie a Luigi per le foto al fotografo!
Bombtrack Beyond, la bici per andare oltre alla bici
Sulla scelta della mia bici non mi prendo troppi meriti: all’epoca (Natale 2018) avevo appena iniziato a pensare alla fotografia, ma ancora non fotografavo. E quindi le ragioni per cui ho scelto la Beyond, dopo aver viaggiato con alcune MTB front di varia qualità, sono le solite:
- Le caratteristiche tecniche fondamentali (geometria più fluida rispetto a una MTB, ma tolleranza per ruote larghe, rapporti corti, perni passanti, ecc).
- Mi stava simpatico il marchio, una piccola ditta di Colonia, e il modello specifico. Per di più, i due bei video di Marc Maurer per il lancio della bici erano fantastici). Anche il claim “il Land Rover delle bici” mi ha conquistato subito.
- Le geometrie comode ma non esageratamente offroad: venivo da due frontini da XC, e volevo qualcosa di più scorrevole sul liscio e meno reattivo.
- Il prezzo: era, e continua a essere, una delle monstercross in acciaio più accessibili, insieme alla Genesis Vagabond e alle Breezer Radar.
- Soprattutto e prima di tutto il colore blu notte, che mi ha conquistato fin dalla prima foto che vidi.
E’ stata una coincidenza molto fortunata, anzi, con il senno di poi, sono stato incredibilmente fortunato: non poteva andarmi meglio. Se avessi avuto una gravel “sprintosa”, non so quante foto avrei scattato, e magari chissà, non ci sarebbe neanche Cicloreporter.

Il corredo per la bici, la bici per il corredo.
Può sembrare esagerato, ma non molto. Quante persone hai sentito che hanno un bel corredo fotografico, magari una reflex di ottima gamma, ma “non me lo porto in giro perché pesa come un macigno”. E allora tanto vale non averlo.
Anche a me è capitato. Molto prima di iniziare ad andare in bici, ho avuto per qualche tempo una Canon 1200D (una APSC entry-level) e un paio di obiettivi. Usavo con piacere un 50ino 2.8 minuscolo, mentre il tele 70-300 non l’ho quasi mai usato perché era grosso e pesante. E non andavo ancora in bici, figuriamoci.
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Dopo che mi hanno rubato quel piccolo corredo, l’ho sostituito con qualcosa di piccolo, una Olympus EM10mkII, all’epoca uscita da poco. Non ne sapevo nulla, e la mia capacità fotografica era prossima allo zero. Però costava il giusto e mi sono fidato del negoziante. Anche qui, colpo di fortuna: è una macchinetta entry-level che sta precisamente in una borsetta porta-borraccia. Quando poi ho iniziato ad andare in bici, portarmela dietro è stato automatico, non ho fatto nessuna fatica. Grazie alla leggerezza e alla compattezza, ho iniziato a scattare sempre di più, e ora eccoci qua. Quindi, come il corredo fotografico fa la differenza tra scattare e non scattare, anche la bici giusta può fare una bella differenza. Se non mi sento sicuro a scattare mentre pedalo, va a finire che dopo due uscite lascio la macchina foto a casa, e allora tanti saluti alle foto pedalate. Ecco una galleria di qualche foto scattate con la semplicissima Em10 e la comodissima bici.
Specs per i tuoi denti
Una bici che perdona
Ragioniamo su alcuni elementi che rendono la Beyond e le sue colleghe particolarmente adatte a scattare in bici.
- Passo lungo = stabilità. Con un chainstay di 455mm (per le taglie da M a XL), La Beyond si posiziona all’estremo “avventura/viaggio” delle bici monstercross. Il passo è più lungo più della superclassica Fargo o della Curve GMX – peraltro un mio sogno nel cassetto. E’ nella stessa categoria della Surly ECR, un vero bulldozer. Passo lungo significa meno reattività e meno agilità (in effetti nei tornanti single track non è maneggevolissima); ma anche più stabilità, quindi più sicurezza. Al momento, quando vedo un carro corto ho un brivido di paura.
- Ruote da 29″ = inerzia = stabilità. I cerchi in alluminio sono fantastici: non solo costano molto meno dei cerchi in carbonio, ma sono anche un po’ più pesanti. Youppi! Insieme a copertoni generosi garantiscono una stabilità incredibile. Io mi sono subito affezionato ai Mezcal 2.1″, e non li ho praticamente mai cambiati. Solo per alcune uscite più agonistiche (e senza foto) ho usato i WTB Byway da 44mm: con quelli ad esempio ho fatto il ritorno a casa dall’Olanda, su asfalto, e l’affascinante Liguria Trail. Comunque, più volte ho preso buche mentre avevo la macchina foto in mano, e ho percepito chiaramente che la stabilità della bici mi ha salvato. Intendiamoci, non è una questione di vita o di morte, la geometria è la ragione principale. Le gomme cicciotte, però, sono la ciliegina sulla torta.
- Comodità = comodità. Sembra lapalissiano, anzi lo è, ma ripetiamolo. Se sto comodo in bici, lavoro comodamente. Per la stessa ragione sono affezionato alle barre aero: non perché guadagno 1kmh o i battiti si abbassano (anche se sono graditi effetti collaterali), ma perché mi permettono di stendermi e riposarmi durante le lunghe pedalate.

Pro tip: gomme e stabilizzazione.
Parlare di gomme e di foto dal sellino mi fa venire in mente un dettaglio che in realtà è fondamentale: la stabilizzazione della macchina foto. Ora è piuttosto comune su diversi modelli di diversi marchi, ma le differenze sono nette. Ad esempio, i colleghi mi confermano che le Sony fino alla A7III sono molto deboli da questo punto di vista, mentre i modelli nuovi sono più performanti. Fuji se la cava benone, a seconda dei modelli, e ormai lo stesso vale per le classiche Canon e Nikon. Ma lì bisogna fare ricerche approfondite, e non è il caso di aprire questo vaso di pandora in questo articolo (alcuni stabilizzatori si possono impostare per funzionare solo su un asse, poi c’è la combo stabilizzatore della macchina e dell’obiettivo, ecc ecc.).
Basti dire che la regina indiscussa tuttavia è Olympus, anche perché stabilizzare un sensore più piccolo è più facile. Questo significa che si possono fare foto a mano libera anche a 2″ con una focale “normale”, o anche 1/8″ a 300mm. Anche Panasonic (Lumix) è abbastanza vicina, con risultati eccellenti.

In bici, questo significa che dobbiamo preoccuparci poco o nulla delle vibrazioni, e quindi possiamo scattare anche a tempi bassi – molto bassi – per avere effetti dinamici. Questi scatti (tra cui Upcycle Trail Weekend, 150 Smiles, Dead ends & Dolci, Alvento POP) sono fatti con tempi da 1/10″ a 1/90″.
Termini di paragone
Insomma, non è la bici adatta a fare strada, non è sicuramente la bici migliore per fare single track tecnici. Non è la bici migliore per fare assolutamente nulla, se non per fare tutto e per stare in sella molto a lungo, anche più di 24h.
Per contrasto, con la bici da corsa la sensazione non è mai stata di sicurezza bensì di precarietà e instabilità. Scattare pedalando, che sulla mia gravellona è un gesto naturale, è stato veramente difficile. Mi è capitato anche di lavorare con un frontino elettrico (ben accetto, in quell’occasione avevo tutto lo zaino fotografico), e non avevo la stessa sicurezza in marcia.

Dopo tutto, non è un caso che la Beyond sia rigata, ammaccata e rattoppata con lo smalto da unghie, e di originale ci sia solo più il telaio e qualche vite. Per me è una bici estremamente fotogenica, proprio nel senso che mi supporta e aiuta nel creare fotografia e nel raccontare storie. Tutte storie accumulate in più di 30.000km e che mi fanno compagnia in ogni nuova uscita.
Bici fotogeniche, un mondo di possibilità
Al di là degli occhi a cuoricino per la mia Beyond blu notte con macchie chiare di smalto, possiamo estendere il giudizio “bici fotogeniche” a tutta la categoria monstercross. Che sia una Cutthroat in carbonio (altro sogno nel cassetto), una Westlander in inox, una Chiru in titanio, un telaio artigianale o qualsiasi altra cosa – se è comoda, un po’ tendente al pesante e molto morbida nella guida, allora sarà una bici che ci aiuta a fotografare. E’ anche questione di gusti e abitudini, ovviamente.
Il punto è che bici molto agili, magari con ruote piccole, rendono un pochino più precarie le manovre necessarie a scattare, e quindi non sono proprio bici fotogeniche. Togli la mano dal manubrio (o le mani), apri marsupio, prendi macchina foto, accendi, inquadra, scatta, spegni, rimetti dentro. Tutto questo togliendo gli occhi dalla strada. Non a caso, queste manovre sono ancora più fluide con la bici un po’ carica di bagagli: tutta massa che ci tiene incollati alla traiettoria.

Ma mi rendo conto che sto dicendo delle banalità. Se my bike is my office e in ufficio non badiamo a spese per avere sedie ergonomiche, allora lo stesso criterio deve valere per la bici. Non ha il sedile reclinabile né i poggiagomiti (anche se le barre aero ne fanno le veci), e ha solo 2 rotelle invece di 5 o 6, ma il succo è quello.
Una relazione simbiotica: accessori tatticissimi
Altra domanda: In fotografia, ci sono alcuni accessori che cambiano radicalmente il modo di lavorare. E in bici quali sono gli oggetti must-have per scattare meglio ? In effetti, ci sono alcuni accessori ciclistici che possono essere prestati alla fotografia con grandi risultati. Così le nostre bici diventano ancora un po’ più fotogeniche, pezzo dopo pezzo. Un po’ si tratta di tecnologia, un po’ si tratta di creatività, nel semplice senso di usare le cose in modo alternativo.
Ho già parlato abbondantemente del marsupio EVOC, la soluzione più comoda per portare l’attrezzatura. Ma oltre a quello che cosa, sulla bici o della bici, può influenzare il modo di scattare?
Dinamo
Il primo accessorio per importanza, e l’ultimo ad arrivare per il costo, è la dinamo. L’ho presa di recente – anzi adesso – e non vedo l’ora di provarla, accoppiata alla luce Sinewave Beacon 2. Accarezzo questo progetto da un paio d’anni, ma il costo piuttosto elevato – circa 1000 euro per la combo luce+ruota, e stiamo parlando di un normalissimo cerchio in alluminio – mi ha frenato fino a oggi. Quest’anno, lo reputo un investimento più fotografico che ciclistico. Per un lavoro lungo, mi porterò solo 1 batteria extra, nel caso la prima abbia un problema (mai capitato), affidando tutto il resto alla dinamo. Vedremo, ma ho aspettative piuttosto alte.
approfondimento dinamo/luci
Breviario minimo su luce e dinamo
Prima di buttarmi in questo investimento ho fatto il compitino, cercando tutti i modelli di dinamo/luci e le varie opzioni (che sono numerosissime), le recensioni e soprattutto testimonianze di prima mano. Qui sotto tutti i link precisi. La conclusione generale, a febbraio 2025, è questa:
Esistono le dinamo, e poi la dinamo. Le prime sono SP (Shutter Precision) e Shimano, l’altra è SON, che produce due modelli: Delux e 28. Quest’ultima è ottimizzata per erogare molta potenza a basse velocità, mentre la Delux è un pelo più leggera. Ma entrambe causano una resistenza (cioè perdita di potenza) molto più bassa rispetto alle concorrenti di altri brand. Quindi, pur costando più care, sono sicuramente l’investimento da fare. In effetti, tutti quelli che conosco (e che seguo) hanno scelto questo marchio tedesco.
Dopo aver scelto la dinamo ci si può sbizzarrire a creare la ruota dei sogni, scegliendo cerchi e raggi tra le molte opzioni disponibili. Non volendo finire in quel tunnel, ho deciso di andare sul facile comprando una ruota prefabbricata. Dato che ho una bella coppia di ruote Hunt (mi trovo bene con le ruote e anche con il servizio clienti, cosa non banale), ovviamente ho scelto la Hunt, con il modello Superdura Dynamo Disc. I marchi che offrono ruote complete sono pochi, quindi è anche stato facile. Il discorso è abbastanza simile per le luci. Quelle alimentate a dinamo sono molte e ottime, ma al momento quelle che smistano anche la corrente, e quindi permettono di caricare un powerbank (e quindi la macchina foto, il wahoo, il cellulare) sono, rullo di tamburi, due. La prima è la Sinewave Beacon 2, di una piccola azienda di Boston, la seconda è l’australiana K-lite. Indovina un po’, nessuna delle due è economica, ma almeno risparmiano l’uso di un terzo componente che smisti l’energia elettrica, e quindi semplificano molto il sistema.
Riferimenti:
Borse
Ci sono pro e contro a portare l’attrezzatura fotografica nelle borse. Il vantaggio è che sono facilmente accessibili, lo svantaggio è che subiscono tante vibrazioni, troppe. Quindi va bene se facciamo strada, ma se per gravel intendiamo strade militari e sentieri, meglio evitare.
A parte la dovuta premessa “don’t try this at home”, le borse da bici che trovo più utili per fotografare sono due, la top tube e la borsetta-portaborraccia da manubrio. Le ho usate entrambe per portare la macchina foto, in epoche diverse, e ora le uso per portare gli accessori. Il loro vantaggio è che permettono di prendere/lasciare le cose in tempo zero mentre sei in sella.
Quella al manubrio è un po’ più protetta, perché essendo sospesa e agganciata con del tessuto ammortizza un minimo i colpi (invece la top tube proprio zero). La sua forma cilindrica la rende perfetta per tenere un obiettivo extra oppure, come nel mio caso, una fotocamera piccolina. All’epoca era la EM10, attualmente consiglierei invece la OM5: ha le stesse dimensioni ma è resistente alla pioggia e alla polvere, e ha alcune altre caratteristiche interessanti pensate per il viaggio.
Luci
Per quanto sia esaltato all’idea di lavorare e viaggiare con il kit dinamo/luce, mi porterò dietro ancora per un po’ una luce a batteria. Sempre più spesso, la uso a mano libera per illuminare creativamente i soggetti. Quella che uso attualmente è la Moon Rigel Pro, molto leggera e potente, anche se ha un fascio di luce un pelino stretto. Ma funzionano tutte: sono piccole, comode, una risorsa in più per scattare.
L’elefante nella stanza: bici fotogeniche e action cam
Manca una cosa molto banale: la bici è un supporto ideale per le action cam. Tutti i brand offrono accessori per montare le loro videocamere un po’ ovunque, dal manubrio agli steli del carro, per ottenere inquadrature di ogni tipo. Non ne ho parlato perché finora ho scelto di non usare action cam; ma sarebbe un peccato privarci delle numerose possibilità di aggancio offerte da una bici. Tra l’altro, alcune – tipo la DJI action 4 – hanno una base magnetica, perciò si potrebbero attaccare direttamente al telaio in determinati punti e determinate condizioni. Lo proverò a breve, vediamo quello che succede.
Conclusione: bici fotogeniche, un riferimento utile, o forse no?
Alla fine della fiera, tutto dipende dal peso che diamo alla fotografia durante le nostre pedalate. Mi rendo conto che il mio punto di vista è estremo: dato che fotografare in sella è anche il mio lavoro, presto un’attenzione vagamente maniacale a questi aspetti.
Ma vedere una situazione un po’ estrema può aiutarci a capire se prendere quella direzione ci stuzzica o no, magari fermandoci prima. Quindi, se la fotografia ha un certo peso nel tuo modo di andare in bici, puoi tenere conto di alcune di queste considerazioni. Oppure, chissà, magari scopri che non sei a tuo agio a fotografare in bici proprio perché non avevi pensato a una delle caratteristiche tecniche della bici.
D’altra parte, c’è un mare di esperienze là fuori, e sono sicuro che ci sono soluzioni e bici altrettanto valide: se vuoi condividere la tua esperienza, spara! E nel frattempo ci vediamo in giro a scattare!

p.s. in primavera faremo un altro workshop di cicloreportage urbano: prepara macchina foto e bici (fotogenica oppure no) e stay tuned, ci vediamo in quel di Milano!
Un bel lavoro con foto e descrizione per me eccellente, credo e soprattutto per fare foto in bici e di corsa a piedi dove mi riguarda di più, il nostro sistema sia più che ottimo e perfetto, la qualità delle immagini la stabilizzazione, l’ impermeabilità e la leggerezza ne fanno sì che sia un perfetto combo per questo sport 🚴 complimenti ancora per questo stupendo servizio 👏👏👏