La prima delle piccole storie nel 2024.
Doveva essere il primo scollinamento a 2000m dell’anno, la prima gita ad alta quota; dopo le sortite azzardate di quest’autunno, c’era un certo ottimismo. Invece la nevicata del weekend (ancora nevica a febbraio?! Scandalo!) ha ridimensionato le nostre ambizioni: abbiamo abbassato la cresta e la quota e siamo partiti per esplorare la zona sopra Viù, dove c’è il complesso edilizio-sciistico abbandonato dell’Alpe Bianca.
Parte 1. L’hotel abbandonato










L’ecomostro abbozzato tra gli anni ’80 e ’90, e abbandonato ancora prima di essere usato (qui tutta la storia), colpisce per la ricchezza del materiale promozionale che era stato predisposto: insomma, hanno messo il carro davanti ai buoi con operazioni di marketing massicce, prevedendo di occupare ben 270 alloggi grazie ai due impianti di risalita. Col senno di poi, in questa bella ma piccola valle a 1450mt, sembra decisamente un peccato di hubris.
Ci fermiamo abbastanza da visitare tutti i locali agibili, compreso il piccolo edificio in cui ancora ci sono molti arredi e oggetti vari; ma il cielo si copre e preferiamo levare le tende prima di beccarci una nevicata.








Parte 2. La cava abbandonata
Dopo questa prima tappa, che era proprio sulla linea della neve, ci copriamo con tutti gli strati a disposizione e torniamo a valle da dove siamo saliti, mentre le nuvole si addensano. Dopo una breve pausa pranzo/riscaldamento a Lanzo risaliamo pigramente verso la cava abbandonata poco oltre Balangero, un sito squisitamente postapocalittico che non ha nulla da invidiare a Stalker, che sia il videogioco oppure il film (ehi, su YT c’è la versione completa!).

Stalker, Tarkovskij – 1979

Balangero, 2024





Da qui un veloce rientro sulla ciclabile lungo Stura, 30km in lieve discesa per un ultimo tocco di degrado e abbandono.







Preset – Winter degrado
E ora veniamo al preset. Per farla breve, ero in cerca di un settaggio creativo e spinto, per sperimentare. Ho trovato per caso quelli di @Ayitsphotography, ma alla fine l’ho adattato così tanto ai miei gusti che è diventato qualcosa di diverso. Certo, il concetto generale è rimasto: foto contrastate e croccanti, fredde ma non desaturate, per provare a esaltare l’abbandono e l’atmosfera da periferia del Nord. Però ho cambiato il 99% dei parametri, perciò ecco qui Degrado Nord, con un paio di esempi e un paio di disclaimer: primo, è un preset abbastanza carico, pensato per essere rifinito sulle singole foto in modo da attenuarne gli eccessi. Secondo, include una maschera cielo (dehaze e clarity negative), che ovviamente si può facilmente eliminare.




Buona postproduzione (o buona esplorazione)!
3 pensieri su “Gravel urbex – degrado in valli di Lanzo + preset LR”